Solennità della Pentecoste e il Rito dell’ammissione al Catecumenato

Domenica 23 maggio, solennità della Pentecoste.
Duomo di Mirandola, ore 10,30
Rito dell’ammissione al Catecumenato

Questo rito con il quale coloro che vogliono farsi cristiani sono accolti tra i catecumeni si celebra quando, dopo aver ricevuto il primo annunzio del Dio vivente, i candidati hanno ormai una fede iniziale in Cristo Salvatore.

Nella celebrazione ha parte attiva l’intera comunità cristiana insieme ad amici, familiari, catechisti e sacerdoti.

Il Rito comprende l’accoglienza dei candidati alla porta della chiesa, la liturgia della Parola e il loro congedo.

Ci si raduna, dunque, alla porta della chiesa. Accade come quando qualcuno bussa alla porta della nostra casa o suona il campanello e noi gli andiamo incontro, gli apriamo la porta di casa e lo invitiamo ad entrare, dopo averlo salutato e avergli dato la mano. Allo stesso modo coloro che chiedono di entrare nella Chiesa sono accolti sulla porta di ‘casa’ e invitati a entrare.

È interessante il dialogo che avviene tra il sacerdote e i candidati.

Dopo essersi presentati pronunciando il proprio nome il celebrante chiede: Che cosa domandi alla Chiesa di Dio?

La risposta è: La fede, per avere in dono la vita eterna.

A questo punto tutta la comunità viene interpellata: Voi tutti qui presenti siete disposti ad aiutare questi fratelli nella loro ricerca di Cristo e nel loro impegno a seguirlo?

E tutti rispondono: Sì, siamo disposti ad aiutarli.

Quindi i catecumeni vengono segnati con il segno di croce sulla fronte dopo di ché si entra in chiesa per la celebrazione della parola di Dio con le letture e l’omelia.

Dopo una serie di preghiere per i catecumeni essi vengono invitati a uscire mentre la comunità celebra l’Eucaristia.

Sarà sempre così. Anche nella celebrazione delle tappe seguenti, prima dell’inizio dei riti eucaristici, i catecumeni vengono congedati dopo l’ascolto della Parola di Dio e la preghiera.

Restiamo noi a celebrare l’Eucaristia per prendere ancora di più coscienza del grande dono che è la presenza eucaristica del Signore.